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Archivio Storico

Archivio Storico

Archivio Storico Rino Bergamaschi


L’archivio storico della Cisl di Bologna conserva un ricco patrimonio documentario, consistente in circa 2000 faldoni, che ripercorrono la storia dell’organizzazione dal 1948 fino ai giorni nostri. Sono presenti inoltre circa 6500 foto e 350 manifesti e una biblioteca specializzata in tematiche politico- sindacali di circa 10000 volumi. Per tutelare e valorizzare il proprio proprio patrimonio culturale sono stati costituiti l’Archivio Storico Cisl Area metropolitana bolognese “Rino Bergamaschi” e la sua Biblioteca. Nell’ottobre del 2006 la Soprintendenza archivistica dell’Emilia Romagna ha notificato al nostro archivio la dichiarazione di notevole interesse storico ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, recante il codice dei beni culturali e del paesaggio. Nelle motivazioni che attestano l’interesse culturale dell’archivio si può leggere che: ”il patrimonio conservato documenta l’operato dei militanti e di un importante movimento del lavoro di ispirazione cristiana attraverso l’impegno nell’organizzazione dei lavoratori e nei rapporti con le istituzioni e con gli altri sindacati e associazioni. Rappresenta quindi una insostituibile fonte di informazione sulle dinamiche politiche e sociali bolognesi, ma anche italiane, del secondo dopoguerra”. La fisionomia propria del sindacato confederale e il suo radicamento nella società italiana del secondo dopoguerra conferiscono alla documentazione prodotta e conservata un ampio interesse e può essere consultata nell’ambito di ricerche di storia sociale, di storia politica o di storia economica, sia a livello locale, che a livello nazionale. Il sindacato, infatti, si costituisce per sua natura come un luogo privilegiato per preservare, valorizzare e promuovere la memoria della comunità e dei rapporti col territorio. Si è deciso di dedicare il nostro archivio alla memoria di Rino Bergamaschi, segretario generale della Cisl di Bologna dal 1977 al 1992, personaggio di grande importanza per il movimento sindacale bolognese. Nel 1980 sotto la sua segreteria, e per sua espressa volontà, si procedette ad una prima sistemazione dell’archivio storico; Bergamaschi commissionò al Professor Rocco Cerrato, in coordinamento con il responsabile dell’Ufficio Studi USP Augusto Giorgioni, il riordino del fondo USP (Unione Sindacale Provinciale), attraverso l’opera del volontario Dott. Gianpiero Landi. Purtroppo a seguito del trasloco del 1989 l’archivio fu profondamente trascurato e tutto il materiale rimase in stato di totale abbandono per più di una decina d’anni. Un inversione di tendenza si ebbe nel 2003 quando, su iniziativa del segretario generale Alessandro Alberani, i locali che ora conservano i documenti, furono puliti, disinfestati e gli stessi furono sistemati sugli scaffali. Dal settembre del 2005, con la collaborazione dell’associazione Edelweis, è quindi iniziato un secondo progetto di riordino di parte dell’archivio. Grazie all’importante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, è stato possibile attivare una collaborazione con un’archivista per intraprendere il lavoro di ordinamento e inventariazione dei fondi archivistici della Cisl. Per mantenere una certa continuità con il lavoro svolto vent’anni prima dal prof. Cerrato si è deciso di prendere inizialmente in considerazione il solo fondo USP (1950-1981), consistente in 1200 fascicoli raccolti in 300 faldoni.  Il fondo conserva la documentazione degli organi statutari, verbali di assemblee, relazioni di dirigenti, appunti personali; di corsi di formazione e seminari; attesta l’attività sindacale a livello territoriale e nazionale dell’organizzazione, attraverso accordi, contratti collettivi, tabelle salariali, volantini; raccoglie infine la corrispondenza con altri enti, organizzazioni, partiti. Allo stato attuale il lavoro d’inventariazione dell’archivio storico è confluito nel più vasto progetto di tutela e valorizzazione degli archivi della Città di Bologna, intitolato “Una città per gli archivi”, finanziato e gestito dalla Fondazione Carisbo e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. https://www.cittadegliarchivi.it/

Nel corso degli anni seguenti sono stati realizzati interventi di riordinamento e inventariazione di altri fondi archivistici conservati dalla Cisl bolognese. Allo stato attuale sono consultabili sul portale Una città degli archivi i seguenti inventari:
• Archivio della Unione sindacale territoriale (Ust) di Bologna (1949-1981, con documenti fino al 1991, con una consistenza di 213 buste)
• Archivio dei manifesti della Unione sindacale territoriale (Ust) di Bologna (1979-2012, con una consistenza di 285 manifesti, 75 locandine, 14 volantini, 1 foglio)
• Archivio di Mario Ricciarelli (1960-2000, con una consistenza di 153 buste);
• Archivio della Federazione energia moda chimici e affini (Femca) di Bologna (1946-2013, con una consistenza di 115 buste).

Contestualmente alla riqualificazione archivistica si è proceduto al reperimento, alla catalogazione e ad una sistemazione razionale del materiale iconografico e del patrimonio librario. Questo è stato reso possibile dalla collaborazione con la soprintendenza ai beni librari e documentari dell’Emilia-Romagna e con il Centro interbibliotecario (Cib) dell’Università di Bologna. Tale collaborazione si è concretizzata con l’ingresso della Biblioteca, della fototeca dell’archivio storico Cisl “Rino Bergamaschi” nel Polo Unificato bolognese (si veda bozze di lettere allegate). Ad oggi sono state catalogate 1840 fotografie e 814 monografie consultabili nell’Opac del Polo bibliotecario bolognese (https://sol.unibo.it/SebinaOpac/.do).
Nel corso degli anni il patrimonio conservato dalla nostra organizzazione è stato oggetto di iniziative di valorizzazione ed è stato quindi utilizzato per la realizzazione di mostre, video e ricerche storiche. Tra queste iniziative si segnala la mostra ed il video realizzati per la celebrazione del 60° anniversario della Cisl nel 2010. In quell’occasione sono state edite anche due monografie: A. Alberani, D. Fioretto, Storia della Cisl di Bologna, Edizioni Lavoro, 2010 e S. Bettelli, S. Franceschelli, G. Papagni, Il libero lavoratore 1950-2010, La Mandragora, 2010. In seguito sono state prodotte anche due tesi di laurea grazie alla consultazione dei materiali conservati nei nostri archivi. Più di recente, a partire dal 2016, è nata una collaborazione tra i principali soggetti conservatori di archivi novecenteschi della città di Bologna per la realizzazione di iniziative di valorizzazione della documentazione da essi conservata. Sono state organizzate due mostre, Millenovecento77 nel 2017 e Non è che l’inizio. Tracce del ’68 negli archivi bolognesi nel 2018, esposte rispettivamente all’Archiginnasio e a Palazzo D’Accursio, con la pubblicazione dei relativi cataloghi. Queste collaborazioni hanno portato alla costituzione di una rete informale denominata “Rete degli archivi del presente” che prosegue tuttora. Di recente, il 29 aprile 2021, è stato realizzato il sito della rete reperibile all’indirizzo https://archividelpresente.org/


Rino Bergamaschi

Biografia


Rino Bergamaschi, originario di Castello d’Argile, cattolico e democratico cristiano, inizia ad impegnarsi nel sindacato – nella FIM Cisl – negli anni sessanta quando ancora lavora come operaio alla SASIB.

La dirigenza provinciale della Cisl dell’epoca lo propone al corso per dirigenti al Centro Studi Confederale di Firenze; passa la selezione e termina il corso con ottimo profitto. Negli ultimi anni sessanta, alle soglie “dell’autunno caldo”, viene distaccato dall’azienda ed assume la responsabilità della Federchimici Cisl, la federazione che associa i dipendenti del settore chimico e affini.

La sua dinamicità e le qualità di abile ed intelligente negoziatore, oltre alla capacità d’instaurare con immediatezza ottimi rapporti umani, lo portano in poco tempo ad accrescere il peso politico ed organizzativo della federazione, sino a farne una delle strutture più importanti del settore privato, divenendo egli stesso, uno degli uomini di punta della Cisl bolognese.
Si caratterizza per le sue posizioni di sindacalista innovatore, di uomo politico molto vicino a Pierre Carniti della Fim ed è sempre in prima linea nelle battaglie sindacali di quel periodo nel territorio bolognese. Rimane alla guida della federazione dei lavoratori chimici sino al gennaio 1976 quando assume l’incarico di Responsabile organizzativo nella segreteria provinciale della Cisl, allora guidata da Rinaldo Bovina, che lascerà l’incarico in quell’anno a Marcello Naldi.
Si avvicina lo storico Congresso a mozioni del 1977, dove la “Tesi 1” di Carniti si appresta a prevalere sulla “Tesi 2” di Marini, che a Bologna detiene una solida maggioranza. Bergamaschi è l’uomo prescelto dai “carnitiani” per rovesciare questi rapporti di forza. L’esito del Congresso dà ragione a questa scelta , la “Tesi 1” prevale in modo netto e Rino Bergamaschi viene eletto Segretario generale della Cisl di Bologna. Da subito si mette al lavoro, per ricomporre una gestione unitaria dell’organizzazione e raggiunto il risultato, imprime una svolta decisiva alle politiche organizzative della Cisl, ricostruendo una rete di presenza sul territorio che negli anni precedenti era quasi scomparsa, ottenendo in questo modo più visibilità per l’organizzazione creando inoltre importanti punti di riferimento per i lavoratori nell’intera area bolognese. Imprime una svolta decisa anche nei rapporti con CGIL e UIL, organizzazioni, verso le quali la gestione precedente aveva mantenuto relazioni improntate sulla diffidenza se non addirittura ostilità. La maggiore presenza e dinamicità della Cisl consentiranno a Bergamaschi di confrontarsi alla pari, senza complessi d’inferiorità, ai tavoli unitari. Dal congresso del ’77 cambia in sostanza la fisionomia della Cisl bolognese e inizia una fase di forte crescita organizzativa. Da allora Bergamaschi rimane a capo della Cisl per 15 anni, sino all’inizio del 1992.

Durante tutto il periodo Bergamaschi ha avuto un ruolo rilevante anche nel Consiglio generale Cisl e nel Comitato esecutivo della Cisl nazionale, ricevendo anche proposte per ricoprire cariche in detti organi , proposte che ha sempre rifiutato per il grande attaccamento al territorio locale. Si afferma, oltre che come leader indiscusso per tutto il periodo, anche come punto di riferimento per le altre organizzazioni sindacali e per le forze imprenditoriali, essendo uomo pronto al dialogo e aperto al confronto, sempre alla ricerca di soluzioni utili ai lavoratori bolognesi e alla collettività generale. Uomo di numerose battaglie, mai consumate in barricate fini a sé stesse, fa fronte a tanti momenti difficili sia per la vita sindacale nazionale in tempi di grande contestazione verso le politiche confederali, sia per le questioni interne nei periodi che precedettero la sua successione, caratterizzati da una forte divario all’interno dell’organizzazione. Anche nei momenti più difficili ha sempre saputo evitare epiloghi traumatici grazie alle sue doti di mediatore. A partire dalla metà degli anni ’80 ha ricoperto, in modo pressoché ininterrotto fino al 2005, il ruolo di rappresentante delle organizzazioni dei lavoratori presso Camera di Commercio di Bologna, entrando, per un lungo periodo, a far parte anche della Giunta Esecutiva. Nel 1992, lasciata la guida della Cisl entra come esperto di problemi del mercato del lavoro, nell’Agenzia per l’Impiego, attività che manterrà sino al raggiungimento dei requisiti di pensionamento. Sempre nel ’92 viene eletto Segretario provinciale del Partito Popolare, carica che manterrà sino al ’94. Nell’ultimo decennio, pur senza ricoprire incarichi di primissimo piano, ha sempre mantenuto presenza attiva nella vita politica e sociale del nostro territorio.

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