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P.S. S.Orsola situazione al limite


Pubblicato il: 3 Settembre 2024
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La Cisl FP torna a denunciare la grave situazione che ancora una volta si sta riscontrando al Pronto Soccorso del Sant’Orsola e chiede interventi urgenti. I tempi dei tavoli di confronto sul Pronto Soccorso del Sant’Orsola sono finiti, ne sono stati fatti diversi in questi mesi nei quali sono state affrontate tutte le criticità, ora c’è bisogno di azioni concrete iln quanto il servizio ormai è al limite .

“Si lavora con enorme disagio evidente per i pazienti e per il personale – commenta Caterina Saponaro, segretaria aziendale Cisl FP al Policlinico – poiché i carichi di lavoro e responsabilità sono aumentati causa il numero elevato di accessi, superiori a quelli che logisticamente si possono contenere. Con la carenza di posti letto i pazienti stazionano anche più di quarantott’ore nel fine settimana con bisogno di assistenza e terapia – prosegue la sindacalista – l’osservazione temporanea dove attendono i pazienti prima di essere ricoverati, in attesa di consulenze, è stracolma di barelle, una attaccata all’altra. Mancano privacy e sicurezza, aumenta il rischio di infezioni nosocomiali. Infermieri e operatori socio-sanitari (OSS), sono costretti ad operare in spazi ristretti per riuscire ad assicurare il numero elevato di terapie ed esami che i pazienti richiedono senza sosta”.

Cisl FP ribadisce quindi che il numero di OSS dedicati al Pronto Soccorso è insufficiente. Durante la notte solo tre sono in servizio impiegati su un numero di postazioni che eccede la capacità logistica del Pronto Soccorso stesso e occupati anche con i continui trasporti verso la radiologia.

A questa criticità si è aggiunto di recente il progetto di creazione di un OBI (Osservazione Breve Intensiva) in un’ala del Pronto Soccorso, con otto posti letto su cui operano un infermiere e un OSS che nella fascia notturna lavora in condivisione con il personale del Pronto Soccorso generale accentuando così le difficoltà legate al numero di operatori già ridotto.

“Questa situazione – conclude Saponaro – mette in forte difficoltà gli operatori che si sentono di non lavorare in sicurezza in quanto questi carichi di lavoro espongono al rischio di errori, a situazioni di burnout e soprattutto creano un clima di caos che spesso sfocia in episodi di aggressione e violenza contro gli operatori. Servono più operatori, in particolare OSS, perché non è ammissibile centellinare l’assistenza così come urge una revisione organizzativa in grado di sopperire ai momenti di picco di accessi. Il vaso ormai è colmo ed è ora che qualcuno si impegni concretamente per un servizio essenziale alla cittadinanza”.


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